Andie va a spasso

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lunedì 25 luglio 2011

Minaccia di raccomandata

A Parigi affittare una casa è un lavoro a tempo pieno. E soprattutto, se non avete un Dossier, nessuno vi affitterà mai nulla.

Un DOSSIER... adesso per me queste sono bazzecole, ma i primi tempi niente mi faceva più paura della fatidica domanda: Signora, ma LEI HA UN DOSSIER? Diventavo piccola, piccola, mi nascondevo sotto il tavolo e vedevo un signore di nome Dossier diventare sempre più grande e guardarmi dall'alto con aria minacciosa.

Anche per affittare casa, qui ci vuole un dossier. E vediamo cosa metterci dentro: fotocopia della carta d'identità, ultime tre buste paga, dichiarazione del datore di lavoro che le buste paga sono vere, ultima dichiarazione dei redditi, dichiarazione dell'agenzia delle entrate che la dichiarazione dei redditi è vera..se fin qui non ci sono problemi, se avete un buon profilo, siete ingegnere, medico e guadagnate oltre 4000€ al mese non ci sono problemi, in tutti gli altri casi servono anche un garante, le ultime tre buste paga del garante, la dichiarazione del suo datore di lavoro che le buste paga sono vere, l'ultima dichiarazione dei redditi del garante, la dichiarazione dell'agenzia delle entrate che la dichiarazione dei redditi è vera, un vostro estratto conto, le coordinate bancarie, il gruppo sanguigno di vostra madre, il libretto delle vaccinazioni obbligatorie e i vostri voti scolastici dalla prima elementare al quinto liceo, giusto per capire che tipo di persona siete.
Ma non crediate che se avete un buon dossier l'avrete vinta, magari c'è qualcuno che ce l'ha migliore di voi. Eh sì perché le visite agli appartamenti avvengono a gruppi, il proprietario stabilisce l'ora e il giorno e tutti gli interessati si devono presentare con dossier già pronto nel caso gli piaccia la casa e la vogliano prendere. Poi il proprietario prende una settimana per studiare i dossier e decidere chi è più ricco, chi secondo lui ha fatto i migliori studi, ha il miglior profilo e soprattutto le più basse possiblità di non pagare. Eh sì, perché, bisogna dirlo, la scusa che i proprietari adducono per tutte queste richieste assurde senza fine è che la legge difende gli affittuari e se questi ultimi smettono di pagare né il proprietario né la polizia possono metterli in strada. Ed ecco perché ci sono decine di migliaia di casa vuote a Parigi, i proprietari preferiscono non affittare per non avere problemi. Al contempo la gente non sa dove andare a vivere.

Anyway, prima di avere il diritto di sapere il giorno e l'ora di visita degli appartamenti dovrete chiamare al telefono la proprietaria/o e dovrete passare attraverso uno serie di domande che potranno essere di un'infinita varietà a seconda del grado di benessere/malessere mentale, pregiudizi, esperienze trascorse della proprietaria/o.
- Lei ha un accento, da dove viene?
- Italia.
- Italia, dove?
- Napoli
- Ah.

Una volta mi hanno detto: Lei ha un accento, da dove viene?
- Perché lo vuole sapere?
- Perché affitto solo ad alcune nazionalità.
- Ah davvero e perché?
- Perché ci sono delle nazionalità con cui mi trovo meglio.
- Ah davvero? e per esempio.
- Questo non posso dirglielo.
- D'accordo, chiamo il giornale e chiedo di togliere il suo annuncio per tale ragione, arrivederci. E poi non vorrei mai averla come proprietaria.

Altre domande possibili sono: quante lavatrici fa alla settimana, quante persone vengono a trovarla al mese, quanto spesso fa feste, se ha intenzione di organizzare cene (una volta un'altra proprietaria mi disse: Questo appartamento non è fatto per ricevere gente), se si depila, se mangia molti carboidrati, se parla con gli sconosciuti, ecc..

Abbiamo parlato dei Dossier del terrore, delle domande sulle origini, vogliamo parlare delle case? Perché se si dovesse affrontare tutto ciò per dei castelli con piscina, io lo capirei anche, ma vogliamo parlare a COSA tengono questi proprietari? Vogliamo parlare delle fatidiche perdite d'acqua che costituiscono il terrore di tutti i francesi, assieme agli incendi domestici, ai dossier di affitto e acquisto case e alla mitica gastrò (ne parleremo un giorno non vi preoccupate)?
Qui, le perdite d'acqua in casa sono una calamità nazionale, sono sicura che il 99% dei francesi che vivono in edifici ha perdite almeno 10 volte l'anno. D'altronde è divenuta una delle cause principali di assenza dal lavoro, prima delle malattie. E nessun capo oserebbe opporsi a un'assenza dovuta a perdita d'acqua in casa, perché anche lui sa cosa significa, anche lui ne ha avute due la settimana prima e tre il mese prima e se potesse si opporrebbe a un'assenza per malattia ma non si opporrà mai a un'assenza per perdita d'acqua. Nella mia casa attuale, TUTTI i rubinetti perdono, ma quando l'abbiamo detto al proprietario non sembrava molto interessato, ci ha detto di stringerli meglio. Non sa che ogni sera io e la mia coinquilina facciamo i turni per chiuderli in modo che non sia sempre la stessa a rompersi la mano prima di andare a dormire. Abbiamo trovato dei panni che facciano attrito e che ci aiutino a stringerli al massimo, ma spesso senza successo e pertanto siamo obbligate a convivere con il pling, pling, pling, pling, pling costante e rassegnato.

Che dire della suddivisione della spazio? Dei 9m2 concessi dalla legge per un monolocale. Delle vecchie portinerie trasformate in appartamenti da cui si sentono tutti i sospiri dell'intero palazzo e in cui non arriva mai un raggio di sole (beh, è vero che quello non arriva neanche nelle case normali).

Questo può essere un esempio calzante: qualche anno fa ero alla ricerca di una casa (a Parigi lo si è sempre e comunque), ero davvero disperata (qui lo si è sempre e comunque) e appena ho trovato una proprietaria non francese mi sono fiondata sull'annuncio pensando di avere maggiori speranze. Sono andata a visitare la casa alle 13 circa e l'ho guardata con gli occhi della disperazione di restare senza tetto. Risultato: l'ho adorata! In un quartiere che mi piaceva, in una strada che mi piaceva, con un cortile tutto mio! una cucina, un bagno con vasca, un grande armadio. La proprietaria era americana, super simpatica, mi ha detto che era disposta a cambiare il riscaldamento (ah!! il riscaldamento, l'ho dimenticato nella lista degli orrori di cui sopra, ricordatemi di parlarne più tardi) perché era diventato vecchio, mi ha detto che se voleva poteva comprarmi qualche altro mobile per il salone, insomma non mi sembrava vero...
Per il nostro secondo incontro, mi ha invitata a casa sua, ci siamo intrattenute un po' a parlare e quando le ho detto che lavoravo al Ministero degli Esteri sembrava felice, non voleva garante!! non voleva nulla, solo il mio estratto conto che sembrava soddisfarla, si fidava di me, me lo avrebbe affittato!!! mi aveva scelta!!! prescelta!!!
Oltre all'orgoglio senza limiti che provavo per il fatto di essere stata scelta, di esserle piaciuta, di aver suscitato fiducia in lei, ero soddisfatta della mia scelta, della mia reggia con giardino e della mia proprietaria adorabile. Evviva! avevo un tetto sotto cui vivere.

Così ho fatto il trasloco. Erano le quattro di pomeriggio e non più le 13h come il giorno in cui avevo visitato il monolocale ancora occupato dalla studentessa che mi aveva preceduta e quindi decorato e abbellito con le sue cose. Ora mi sembrava un po' meno bello e soprattutto molto buio. Se non accendevo la luce non riuscivo a vedere assolutamente nulla, neanche lo scalino che separava quello che nei miei ricordi era un salone da quella che nei miei ricordi era una cucina. Una volta accesa la luce, vidi la triste realtà e cioè che il mio entusiasmo era stato generato solo dalla gioia di essere prescelta da qualcuno e di aver superato l'esame "nazionalità, accento, dossier, stipendio". Ora vuota, senza luce naturale e senza studentessa, la mia reggia mi appariva per quello che era veramente: un'ex portineria, umida, stretta e deprimente, divisa dall'androne del palazzo da una sottilissima porta di legno, un fruscellino. Quello che mi sembrava un cortile era un esagono in cui non batteva mai la luce del sole se non per venti minuti dalle 13 alle 13.20 e sul quale affacciavano tutte le case del palazzo. Mi ero sentita una principessa e mi ritrovavo portiera.

La prima sera che ho provato a dormirci dentro ho scoperto i ritmi di vita di tutti gli inquilini del palazzo, dato che l'ascensore e il citofono erano praticamente dentro casa mia.
- Ecco, ho pensato, perché i portieri sanno tutto, perché tutto passa da casa loro.
La notte l'ho trascorsa seguendo i rientri a casa dei vicini e non ho potuto chiudere occhio finché l'ultimo non si è ritirato.
La mattina dopo ero malata, starnutivo e mi soffiavo il naso continuamente. Il mio corpo è un sensore di umidità: mettetemi cinque minuti esatti sotto un getto di aria condizionata, in mezzo a una corrente d'aria o in un luogo umido e vi faccio da igrometro.

Quando mi è venuta a trovare la mia amica Meri, dalla sua faccia ho capito tutto. Non c'è stato bisogno che mi dicesse nulla.
Sono scoppiata e le ho detto: - Meri, non l'ho fatto apposta!! ero disperata e quando ho visto che la proprietaria era simpatica ho voluto credere che la casa era bellissima, luminosa e spaziosa, con giardino.
- Luminosa, Manu?
- Sì..... l'ho visitata alle 13.
- Ma forse sarà luminosa dalle 13.00 alle 13.05?
- No, dalle 13.00 alle 13.20.
- Ah ecco! cambia tutto.
- Meri scusami, mi vuoi ancora bene?
- Ma certo Manu, l'hai fatto perché eri disperata e non sapevi dove andare, quando hai visto la proprietaria americana super simpatica non ci hai capito più nulla.

Se avevo il perdono il Meri, potevo perdonare me stessa. Ma intanto dovevo cercare un modo per andare via. La ragione non si è fatta attendere a lungo, infatti per gli unici tre giorni della mia vita che ho dormito in quel buco malefico sono stata così male che sono dovuta andare dal medico.
Ne ho parlato con la mia unica amica parigina e lei mi ha detto che per una cosa del genere potevo risolvere il contratto senza pagare i danni e mi ha presentato una sua amica avvocatessa che si occupa principalmente di diritto immobiliare.
- Non ti preoccupare, mi dice Hélène guardandomi con un sorriso complice, adesso definiamo insieme una strategia, tra una settimana sei fuori da lì.
Il mio spirito si è appaciato per un attimo: anche in questa città esisteva qualcuno con un cuore umano.

Hélène mi ha suggerito di dire alla proprietaria che stavo male e che per ragioni di salute non potevo restare in quella topaia (ex-reggia con giardino di Versailles nella mia immaginazione sognante), le proponevo dunque di andare via pagandole quindici giorni invece dei tre in cui avevo effettivamente occupato l'appartamento. La proprietaria non ha accettato (improvvisamente non mi sembrava più un'americana super simpatica). Allora con Hélène siamo passate alla mossa successiva: attenzione, tenetevi forte, qui si va sul pesante. L'ho fatto! Ho mandato anche io una raccomandata (ah, le raccomandate! le ho dimenticate nella lista degli orrori di cui sopra, ricordatemi di parlarne più tardi. Mandare una raccomandata è la peggiore minaccia che si possa fare a un francese. Non importa che gli ammazziate il gatto non si vendicherà, non importa che gli mettiate una bomba sotto la macchina non se la prenderà, ma se gli mandate una raccomandata con ricevuta di ritorno non vi guarderà mai più negli occhi). Vi abbiamo illustrato tutti i fatti nell'ordine di svolgimento (compresa la mia allergia all'umido) e abbiamo sottolineato il fatto che la proprietaria mi aveva chiesto due mesi di affitto di cauzione invece di uno (come stabilito dalla legge), non mi aveva dato la Dichiarazione dei rischi tecnologici e materiali (obbligatoria per legge) e non aveva accettato la mia proposta di risolvere il contratto in via amichevole. Per finire, l'abbiamo dovuta minacciare di farle consegnare le chiavi dall'ufficiale giudiziario.

Ha funzionato! La mia proprietaria, con la coda tra le gambe, mi ha restituito tutti i soldi tenendo solo quindici giorni di affitto, ha fatto l'inventario dei beni (beni?) senza guardarmi mai negli occhi, ha firmato la mia uscita dai luoghi, ha ripreso le chiavi e siamo andate via. Ma come si può affittare un posto così? Perché i ricchi amano vivere nel lusso e lasciare gli altri in umidi buchi senza dignità? Ma questa è un'altra storia ...

Dunque, ricordate: se non riuscite a ottenere qualcosa con la mia strategia proposta due post fa, minacciate di mandare una raccomandata, funziona sempre!

Se invece volete sapere come la mia immaginazione era riuscita a manipolare la realtà, guardate la foto qui al lato e per imparare a farlo anche voi attendete il mio prossimo post sulla possibilità di crearsi la realtà desiderata.

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