Andie va a spasso

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lunedì 21 maggio 2012

Calcio e catecumeni

Ieri è stata una giornata davvero chiarificante.
Per puro "caso", c'era la partita del Napoli e il ritrovo annuale nazionale dei catecumeni a Napoli.
L'altro ieri è stata uccisa Melissa Bassi, la notte dei musei è stata annullata a livello nazionale per lutto. Oggi pare sia tornato tutto nella norma e ieri tutti avevano voglia di festeggiare.
Io no. Ma proprio per niente.

Quella stessa gente che è rimasta per strada fino oltre alle 2-3 di notte, ho immaginato che meraviglia sarebbe se scendesse in strada con lo stesso entusiasmo, gridando, strimpellando e girando senza sosta per la fine delle ingiustizie, per mandare a casa tutta la classe politica, per reclamare i propri diritti all'acqua, a un territorio pulito e bonificato, per i servizi sociali, per delle strade in stato decente, per tutti i nostri diritti, tutto quello che meritiamo, di cui abbiamo bisogno e che dobbiamo pretendere. Proprio con lo stesso entusiasmo.

Ho pensato che meraviglia sarebbe stato se le migliaia di persone che hanno fatto tutto il tragitto in treno per venire da tutta Italia all'incontro catecumenale e che hanno attraversato tutte le strade del centro cantando l'Alleluja, avessero fatto lo stesso, pacificamente, cantando affinché questa classe politica vada a casa, affinché sia fatta la legge sulla corruzione, affinché finiscano le mazzette, gli appalti illeciti, l'impunità, o anche solo attraversando tutte le strade della città cantando e smettendo di comprare qualsiasi cosa affinché tutti nel nostro paese abbiano una casa decente, cibo, istruzione e abiti decenti.

Ho pensato che meraviglia sarebbe....

Poi mi sono chiesta come mai la polizia e lo stato lasciano migliaia di catecumeni e quasi un milione di napoletani scorazzare e gridare, suonare le trombe, fare casino, creare smog mentre non lasciano alcuna manifestazione politica avere luogo tranquillamente. I cittadini non hanno il diritti di riunirsi per dimostrare il proprio disaccordo con le scelte politiche ed economiche, ma possono riunirsi, fare casino, distruggere, scassare per una partita di calcio o per una manifestazione religiosa. Non c'era nessuno schieramento dell'esercito ieri. La città era invasa da tifosi e religiosi e nessuna macchina della polizia era in giro. Mentre un cittadino normale che non ha voglia di picchiare né distruggere non può scendere in piazza per affermare con forza la propria idea sulle politiche sociali ed economiche in atto.

Bello! Grande! Viviamo in una società dominata dal calcio e dalla chiesa e neanche ce ne accorgiamo.
Chiesa e nobili si spartiscono il potere da duemila anni, ora lo dividono anche con il calcio. E gli altri stanno a guardare, pensando che un giorno di lutto metta le coscienze a posto.



venerdì 20 aprile 2012

Una conversazione francese

Ora vi spiego il meccanismo. All'inizio sembra difficile, ma basta praticarlo per un paio d'anni e sarà vostro per sempre.

Quando volete dire a un francese che non siete d'accordo su una cosa, o esprimere la vostra opinione negativa sul suo operato o addirittura reclamare per qualcosa, ecco come dovete fare.

Aprite bene le orecchie e immaginate la conversazione.

Esprimete il vostro punto di vista gentilmente ma fermamente, ovvero senza alzare la voce o utilizzare parole forti, ma senza neanche ingentilire i fatti. Cattivi e gentili (so che può sembrare una contraddizione, ma in Francia dovete imparare a far convivere gli opposti).
Lei si metterà sulle sue, inizierà a negare o a controbattere o a discutere.
Pian piano, senza particolari interventi da parte vostra, inizierà ad attaccarvi e ad accusarvi esattamente della stessa cosa di cui avete accusato lei.
All'improvviso vi troverete voi dalla parte dell'accusato, senza neanche sapere come esserci finiti e vi verrà presentato un reclamo che pensavate di star presentando voi.
Restate calmi. Quello è proprio il punto fondamentale della conversazione in cui non dovete 'farvi avere' e perdere la vostra posizione predominante.
Lasciate sfogare.
A questo punto, ripetete esattamente la stessa cosa con la gentilezza più assoluta, aggiungendo quanto ci siete rimasti male perché avevate le migliori intenzioni del mondo e non vi aspettavate quella cosa per cui state esprimendo rammarico.
Insistete per un quarto d'ora, anche se l'altro non interloquisce, dopo scoprirete perché non lo fa.

Dopo un po', la vostra interlocutrice inizierà ad ammettere i suoi torti che all'inizio aveva negato e rigettato con veemenza fino ad accusarvi della stessa cosa. Vi dirà che è vero che ha fatto quello su cui non siete d'accordo e ve ne spiegherà i motivi. Se siete fortunati, potrebbe addirittura scusarsi, ma già quando sentirete la frase: "Effectivement, j'ai..." siete sulla strada giusta. Avete ottenuto il vostro scopo. La conversazione è riuscita.

Non saltate alcuna tappa. Non lasciatevi prendere dal panico. Funziona in tutti i casi.

Buona fortuna

martedì 20 marzo 2012

Attorno a loro

Chi sono i soggetti più importanti della società? Chi è la vita? Chi sa tanto più di noi?

Questa società è costruita al contrario. Fatta in modo che devi andare a lavorare per pagare qualcuno che cresca i tuoi bambini. Fatta in modo che maestra d'asilo sia un mestiere bistrattato e sottopagato. Fatta in modo che le donne ormai debbano sentirsi in colpa se sono incinta e avere paura di non essere assunte se in età da figli. Fatta in modo che sia al contrario.

Tutto dovrebbe partire dai bambini. Il mestiere di maestra dovrebbe essere il più onorevole di tutti, perché getta i semi di tutto quello che verrà. Le donne con figli dovrebbero essere pagate per poter stare a casa con loro e crescerli. Tutto, dai congedi maternità ai congedi paternità, al mondo del lavoro, alla struttura stessa della società, e delle case, dovrebbe essere costruito attorno ai bambini.

Chi è incinta oggi deve contare con il misurino i giorni che gli sono concessi prima di dover trovare una soluzione per parcheggiare il proprio bambino. I piccoli sono schiacciati tra un congedo, un'insegnante sottopagata e la mancanza di tempo dei loro genitori, come se fossero dei problemi a cui dover trovare una soluzione.

I bambini richiedono cure e tempo, attenzioni senza sosta. Chiedono tantissimo e hanno bisogno di tantissimo. A loro non basta essere fatti e parcheggiati. Pochi giorni fa dall'autobus ho visto un manifesto per strada "Genitori non si nasce". Quando si faranno dei corsi per imparare a diventarlo?

domenica 18 marzo 2012

Taglio e cucito


- Voi siete bravi con queste cose.
Ho capito all’istante cosa voleva intendere con tale affermazione, anche se a mio avviso totalmente infondata, ma non ho detto nulla. Finché, però, la signora ha insistito:
-     Voi siete bravi con queste cose.
-         Ma voi chi, scusi?
-         Voi Napoletani, con il taglio e cucito, lei è di Napoli, vero?
-         Sì, sono di Napoli, ma non so cucire un bottone.
-         Va beh, ma la sua mamma saprà sicuramente farlo.

Nel tentativo disperato di vendermi una canottiera di tre taglie sopra la mia, la nonna (è lei che dovrebbe essere brava con taglio e cucito) mi ha detto che bastava riprenderla un po’ sui lati e che non sarebbe stato un grande problema perché “noi siamo bravi”.
Questa poi. Non mi era mai capitata prima.

Così, in un’assolata mattinata milanese, ho scoperto che abbiamo anche questa caratteristica: siamo bravi a fare le pieghe alle canottiere. Ma da dove avrà dedotto tale convinzione la nonnetta? 

Al momento, l’unica decisione che ho preso è stata di non acquistare la canottiera, sapendo che io, Napoletana, non sono assolutamente brava a cucire e che mia madre l’avrei vista più di un mese dopo, quindi se la nonnina milanese mi avesse proposto di aggiustarmi lei, gratis, la canottierina l’avrei forse acquistata perché molto carina ma, in caso contrario, nulla di fatto.

Tutto ciò mi ha fatto sorridere, senza generare alcun astio nella mia pancia. Ricordo infatti con piacere che proprio il giorno prima (la vita non ce ne lascia mai passare una) avevo detto a mio fratello:
-         Questo mito dei pregiudizi verso i Napoletani, del razzismo, ... è acqua passata, io qui a Milano mi sento a casa.
Proprio dopo tale chiacchierata, in realtà, era già successo un altro episodio che mi aveva fatto sorridere. Nel metro, una signora infiocchettata parlava ad alta voce al cellulare, gridando:
-         Sì, ma se vuoi venire con me devi toglierti quell’accento napoletano, altrimenti te lo mettono davanti e di dietro.
Mi ero avvicinata per ascoltare il seguito della conversazione, ma non c’era altro di interessante.

La vita è davvero bella. A quel punto avevo io tutta la libertà: potevo decidere come sentirmi e come agire di conseguenza, poiché i pensieri diventano azioni e le azioni danno luogo a reazioni. Io non volevo contribuire a generare alcuna onda anomala.

Proprio questa mattina, ho fatto colazione con una persona estremamente interessante e umana che lavora sulla risoluzione dei conflitti e sull’arte di ascoltare. Vive a Milano da anni. Le ho chiesto di dove fosse originaria e lei mi ha detto che prima di tutto non si sente affatto Milanese, ma forse più Newyorkese e che le sue origini, comunque, sono romagnole, ma la sua mamma è di Venezia. Una cittadina del mondo. Libera da bisogni di identificazione e rassicuranti cliché geografici. Queste parole hanno risuonato in me. È proprio come mi sento io: una cittadina del mondo. E provo tenerezza per le persone che hanno bisogno, certamente spinte dai media e dalle paure, di stigmatizzare l’altro con categorizzazioni limitanti e, tra l’altro, più o meno pertinenti. C’è tanto, tanto da fare a riguardo. E restando tranquilla, sorridendo con dolcezza, sto sicuramente già facendo parte della mia parte.  

Forse proprio perché stavo meditando da un po’ su questi argomenti mi son capitate, di fila, le due esperienze del metro e della canottiera. Allora scelgo di restare libera. Di lasciare la signora con la convinzione che i Napoletani sappiano fare le pieghe. Non entro nel cerchio da loro tracciato e decido di non fare parte del gioco. Non pago la mia quota per il giro di giostra.
E, magari, seguo un corso accelerato di taglio e cucito perché ho anche pensato che imparare a fare le pieghe non è una cosa che mi dispiaccia del tutto…


venerdì 24 febbraio 2012

Ricetta: Il porco con i fagioli.

Svolgimento:

Prendi un filosofo figo, fagli dire una cosa e poi quando ti serve dici: "Diceva XXX che il lavoro nobilita l'uomo" e così gliela fai bere al popolo per tenerlo buono.

Crei un sistema univoco da cui nessuno può scappare e a cui nessuno può proporre un'alternativa. Rendi tutti schiavi di quel sistema in modo che penseranno che quel sistema li nutre, li fa vivere e li sostiene. Così poi da lì non si scappa più. Non puoi cambiare più niente perché le cose sono tutte talmente incastrate e incartapecorite tra loro che è ovvio che se ne cambi una tutte le altre cascano a domino. E poi è facile che come colpevole sia additato chi ha cercato di cambiare la situazione per farci uscire dalla rete del ragno. La rete è fatta apposta per farci credere che non possiamo uscirne. E sicuramente è utile ad alcuni che si nutrono di insetti, ma fa unicamente del male a tutti gli altri, la maggioranza, facendo loro credere che gli vuole bene e che li cura come un padre benevolo. Invece, li tiene schiavi con un sistema che rende dipendenti dal lavoro, in modo che senza lavoro non puoi neanche mangiare, bisogno primario, ma poi il lavoro non lo dà ed è lungi dal poterlo dare a tutti, infatti la disoccupazione non è una piaga, ma è voluta, è normale, fa parte del gioco, e del controllo.

L'aveva capito il genio di Lang tanti, tanti anni fa. E l'avevano capito tanti, tanti geni, scrittori, registi, ecc.. Ma è difficile farlo capire alla gente perché il sistema educativo è fatto per perpetrare i privilegi, le false credenze, le ingiustizie. E tutti credono nell'illusione. Tutti credono alla bolla, tutti credono alla crisi, tutti credono che veramente non ci sono soldi. Peccato che l'Unione Europea abbia stanziato la borsa per la ricerca scientifica più cospicua della storia, peccato che tanti colleghi mi dicano di non aver mai lavorato tanto con le traduzioni (e se si traduce vuol dire che le aziende vendono ed esportano), peccato che i paesi spendono cifre mai raggiunte prima per le armi, compresa l'Italia con 500 milioni di euro a novembre 2011. E noi crediamo ancora nelle favole?

Mi ricorda una ricetta proposta da Toni Tammaro, famoso cuoco e cantante napoletano: Il porco con i fagioli. Ingredienti:
1 kg di fagioli, un porco, una mazza.
Svolgimento:
inseguite il porco e quando vedete che non ce la fa più, colpitelo con la mazza e buttatelo nei fagioli.

BUON APPETITO!

Oggi, l'economia è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose per lo più inutili, che altri lavorano a ritmi spaventosi, per poter comprare, perché questo è ciò che dà soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente. T.Terzani

mercoledì 22 febbraio 2012

Tre metri sotto il cielo


Adoro essere in treno. Sono come sospesa tra i mondi. Non sono né lì né là, ma solo qui. Nulla da fuori può chiamarmi, tanto non potrei andarci. 

Durante le ore che trascorriamo in treno e in aereo è come se non esistessimo per questo mondo. Nessuno può chiamarci o comunque non possiamo soddisfare nessun tipo di richiesta proveniente da nessuno. Nessuno può fermare un treno, nessuno può scendere.
Per qualche ora apparteniamo a un sogno, attraversiamo il mondo senza avere il controllo di nulla. Ci possiamo davvero abbandonare, viviamo una metafora di come dovremmo vivere ogni momento: rilassati, abbandonati, senza pretese di controllo di alcun tipo su nulla.

Adoro viaggiare in treno, sono gli unici momenti in cui mi do il diritto di non occuparmi di nulla. È incredibile come tutto ciò, l’abbandono del controllo e la calma che lo accompagna, sia dato unicamente dal fatto di non toccare terra. A pensarci bene infatti mi capita anche in alto mare, è come se fossimo lontani dalla vita per il fatto di non avere i piedi sulla terraferma.

Adoro viaggiare in treno. Resto appoggiata allo schienale del sedile e vedo il mondo scorrere ai miei due lati, per una volta è come se non mi appartenesse, tanto non potrei esercitare alcuna azione su di lui.

Adoro viaggiare in treno, in quei momenti non appartengo a nessuno e nulla mi appartiene. I pensieri sono come ovattati e i sogni possono avere libero sfogo senza alcun limite. 

venerdì 10 febbraio 2012

Mi manca un venerdì

Oggi il mio telefonino mi avverte che ho ricevuto una chiamata sabato 11 febbraio alle 10h13.
Oh! È già domani?

Mentre guardo Arte, cerco su google notizie sul programma che stanno trasmettendo e non le trovo. Il sito insiste con il darmi i programmi di domani.

Il venerdì 10 febbraio è sparito dal mio telefono e dalla programmazione di Arte...

Questa cosa mi piace un sacco a dire il vero, immaginate se potessimo decidere, un po' come in Eternal sunshine of the spotless mind, che giorno debba essere e se uno non ci piace lo possiamo cancellare, mentre se ci serve più tempo possiamo aggiungerne un altro.


Ora, non so cosa stia capitando in giro, ma il mio telefono pare aver capito che può liberamente scegliere in che giorno vivere, vibrare e ricevere chiamate.


Continua... 


mercoledì 8 febbraio 2012

Carboidratati

Una mia amica esperta nutrizionista mi ha detto che il grano ha un effetto a livello mentale, dal momento che contiene oppiodi. In pratica, funziona come una specie di droga e induce al sedentarismo e all'apatia. Infatti, esiste anche l'espressione "coma da carboidrati" o, in inglese, "carb-coma".
E non stiamo parlando di karma-coma.

Oggi, leggo che in Russia ci sono manifestazione contro il regime Putin, anche con 20 gradi sotto zero. Si sono ribellati Tunisia, Egitto, Siria, Iran, persino negli Stati Uniti si tenta con Occupy Wall Street e Boston. A noi cosa succede?

Sembra quasi che questo grano ci immobilizzi, ci ipnotizzi, ci pietrifichi e mummifichi.

Io propongo una pulizia del sangue e una sospensione di pasta, pane e pizza per un periodo massimo di 6 mesi. Secondo gli esperti è un tempo sufficiente per preparare le nostre vene a scendere in piazza e iniziare la rivoluzione.

Che ne dite?