Andie va a spasso

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venerdì 17 giugno 2011

Dedicato al Signor Lante

In relazione al mio vecchio post Failure is an option, ecco una nuova conferma, cito dal libro che sto leggendo senza darne il titolo per non fare pubblicità occulta:
"Il successo per me significa ridere spesso e molto (aggiungo io: i parigini non avranno mai successo), meritare il rispetto delle persone intelligenti e l'affetto dei bambini, guadagnarsi la stima dei critici onesti e superare i tradimenti di quelli che non sono veri amici, apprezzare la bellezza, trovare sempre il meglio negli altri, lasciare dietro di sé un mondo un po' migliore nelle spoglie di un bel bambino, di un bel giardino o di una condizione sociale meno dura, sapere che un solo essere umano ha respirato più facilmente grazie a noi, ecco cosa è per me il successo. [...] Il fallimento non esiste. Esistono solo i risultati. Nella nostra società le persone sono programmate per pensare che quello che chiamiamo fallimento sia da fuggire con tutte le proprie forze. Tuttavia, tutti siamo stati bocciati a un esame, abbiamo sofferto per la fine di una storia, messo su un progetto in cui tutto è andato storto. Utilizzerò la parola "risultato" in tutto il libro perché è quello che vedono le persone che hanno successo, non vedono il fallimento, considerano anche quest'ultimo un semplice risultato. I maggiori successi non li ottengono coloro che non falliscono mai, ma coloro che sanno trarre lezioni dalle esperienze tentate e non riuscite. Essi si servono di quello che hanno imparato e provano qualcos'altro, agiscono diversamente e ottengono nuovi risultati. Qual è il vantaggio che avete rispetto a ieri? Senza dubbio, l'esperienza. Chi crede al fallimento, si forma apriori un'immagine interna di quello che rischia di non funzionare. Avete paura del fallimento? Che ne direste di imparare? È possibile imparare qualcosa da tutte le esperienze e vedere una parte di successo in tutto ciò che facciamo".

giovedì 16 giugno 2011

Non sono cattiva, sono solo parigina

La settimana scorsa ho per la seconda volta accidentalmente perso il mio abbonamento della metro già pagato per tutto il mese di giugno. La cosa peggiore che possa succederti qui a Parigi è propria questa. Non so perché fossi sicura che se avessi fatto la richiesta per rinnovarlo avrei dovuto ripagare il mese in corso, ero convinta che non fosse informatizzato e che quindi non potessero sapere cosa avessi o non avessi già comprato.
Quando arrivo allo sportello deputato a questo tipo di operazioni annuncio alla signora che ho perso il mio abbonamento e le chiedo cosa bisogna fare in questi casi e se è possibile recuperare l'abbonamento del mese in corso. Lei mi dice: - Certo, lo può recuperare, solo che deve pagare 8 euro.
- Davvero? Ma è fantastico, non lo sapevo! Gliene pago quanti ne vuole! L'importante è che posso recuperare la tessera e l'abbonamento.
Sorrido, manifesto gioia con il linguaggio del corpo e del viso e ripeto: - Ma è un sogno, grazie, che bella notizia mi ha dato.
- Sì, non si preoccupi, c'è una soluzione anche per le persone sbadate come Lei.
- Sì, soprattutto che la cosa peggiore che possa capitare a Parigi è perdere la tessera della metro, di tutto il resto si può fare a meno, ma quando si perde l'abbonamento dei trasporti si è perduti.
Sorride.
Poi mi chiede: - È da tanto a Parigi.
- Sette anni.
- Ah beh, già un bel po'.
- Sì in effetti.
- E le piace?
- Beh, diciamo che qui è molto diverso da dove vengo, io sono originaria del Sud Italia e lì è praticamente Africa quindi è una cultura molto diversa.
- Per esempio?
- Beh, siamo molto più aperti, manifestiamo apertamente i nostri sentimenti e le nostre emozioni, parliamo con tutti.
- Sì è vero che qui ognuno se ne sta per i fatti suoi, la gente non si parla, però il Sud forse è più simile a voi..
- Sì, è vero.
- Poi, oggi sempre peggio, con Internet le persone si parlano ancora di meno. Io lo vedo con mio figlio che ha 15 anni; io quando avevo la sua età stavo sempre fuori e lui invece sta sempre in casa. Anche se con le cose che si sentono in giro, a volte penso che forse è meglio così, almeno sto tranquilla.
- Potrebbe invitare i suoi amici a casa.
- AH NO! Non esageri! Sono contenta di avere lui a casa, ma i suoi amici no.
- Ahahahaha, da noi c'erano sempre almeno due persone a pranzo tutti i giorni e il pomeriggio ancora di più.
Sorride. Poi mi dice: - Comunque una soluzione c'è, come per l'abbonamento della metro...
Mi illumino d'immenso, sorrido e gli occhi mi si riempiono di gioia, sento che sta per darmi la soluzione a sette anni di ricerche su come sopravvivere in questa città. Le mie cellule sono tutte orecchi...
- Non deve fare altro che smettere anche lei di parlare alla gente.
...........
Non commento. Giro in positivo. E le dico: Sì, sì infatti, è già da cinque anni che non parlo più con nessuno, spingo tutti nel metro, do gomitate..sono diventata una str...
Lei mi guarda raggiante.. - Brava! è così che si fa, è perfetto per sopravvivere qui.
- L'unico problema è che quando torno al mio paese, i miei amici mi dicono che sono diventata cattiva.
- E Lei risponda: non sono cattiva, sono solo parigina.