Andie va a spasso

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domenica 8 maggio 2011

Dopo più di tremila anni...ci stanno arrivando.

Nel 1982, un paziente di nome Elliot entra nello studio del neurologo portoghese Antonio Damasio, residente negli Stati Uniti, perché apparemente la sua vita sta cadendo a pezzi. In seguito a un'operazione al cervello, andata a buon fine, la sua vita non è ripresa come prima (buon padre di famiglia e manager di successo).
Dopo qualche giorno dal ritorno a casa, la famiglia ha iniziato a lamentare una mancanza di partecipazione e di empatia da parte del paziente. Qualche settimana dopo il ritorno al lavoro, è stato licenziato perché incapace di gestire qualsiasi progetto.
Il Dottore si rende conto che per il paziente ogni decisione da prendere diventa una montagna da spostare, che per altro non sarà spostata mai. Dall'educazione dei figli, alla camicia da mettere ogni mattina e ciò rende la vita quotidiana invivibile.
Per testare la sua capacità decisionale, Damasio chiede a Elliot quale giorno preferisce per il loro prossimo appuntamento. Un'equipe di medici osserva la risposta da dietro un vetro oscurato. Il paziente sfoglia la sua agenda per circa mezz'ora e per ogni singolo giorno dell'agenda enumera una serie infinita di pro e contro a sostegno o a discredito della possibilità di prendere appuntamento quel giorno e la maggior parte di queste ragioni sono assolutamente senza importanza, come ad esempio che il lunedì è meglio evitarlo perché troppo vicino alla domenica e così via.. e comunque alla fine non riesce a proporre nessuna data. Ma cosa è successo al cervello di Elliot, perché non è più capace di prendere decisioni?
Damasio fa allora una scoperta incredibile, esaminando cosa avviene nella materia grigia del paziente mentre gli mostra delle immagini piene di pathos si accorge che Elliot non prova assolutamente nulla, che si tratti di una scena di strage o di amore o di semplice allegria, il paziente non ha emozioni a riguardo.

Tale scoperta giunge totalmente inaspettata. In un periodo in cui la scienza ancora considera le emozioni umane come irrazionali, Damasio si trova di fronte al caso di una persona che non provando nessuna emozione è assolutamente incapace di prendere qualsiasi decisione, anche sul gusto del gelato desiderato. La scoperta del secolo era alle porte, la risposta che Platone, Cartesio e numerosi loro amici avevano tanto cercato era sotto gli occhi della sorpresa equipe di medici: quando non proviamo sentimenti, siamo incapaci di prendere qualsiasi decisione. Il sogno di tanti filosofi, ovvero quello di limitare la sfera d'azione delle emozioni e di diventare esseri il più razionali possibile è infranto. Se non siamo anche esseri emotivi, non possiamo effettuare neanche le azioni basiche del quotidiano!

Dopo aver esaminato altri pazienti dal profilo simile, Damasio fa una scoperta: quando la corteccia orbitofrontale del cervello è danneggiata, i contatti tra il sistema emozionale (limbico) e quello razionale (corticale) sono interrotti e quando il sistema emozionale non è in grado di inviare le sue informazioni a quello razionale, quest'ultimo non funziona più. Ovvero: sebbene il test QI del paziente sia normale, e cioè il paziente è in pieno possesso di tutte le sue facoltà mentali, non potendo prendere più alcuna decisione, il suo quotidiano non ha più senso, non è più in grado di lavorare e non prova più nulla per i suoi familiari e amici.

L'importanza fondamentale delle nostre emozioni contraddice dunque la percezione convenzionale della natura umana e mette a tacere secoli di speculazioni filosofiche.
Rallegratevi dunque! Il flusso di emozioni è quello che ci permette di vivere, di scegliere, di essere.
Emozionatevi, siate, vivete, decidete!

Amen.

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