Poco tempo fa, ho visto il film Basilicata coast to coast, molto carino. In particolare c'è una parte in cui il gruppo canta una canzone di cui riassumerò a parole mie il concetto: Se ti piace una bella, che banalità, tanto piace a tutti, è facile. Ma se ti piace una brutta, allora è veramente una cosa bella, perché non ti piace solo perché corrisponde a quello che tutti vogliono ma perché ti piace veramente e se poi anche tu piaci a lei, allora è perfetto.
Che merito c'è nell'amare la bellezza? Che merito c'è nell'amare le qualità? Che merito c'è nell'essere felici per un successo? E soprattutto in cosa un successo ci rende migliori degli altri?
Ma che felicità quando riusciamo ad amare la bruttezza, che felicità quando apprezziamo i difetti, che felicità quando non siamo infelici per un insuccesso. E soprattutto: quest'ultimo non ci rende peggiori di nessuno. Anzi. Diceva il poeta Kipling: Se riesci ad affrontare il successo e l'insuccesso e a trattare questi due impostori allo stesso modo allora sei un uomo.
E con questo non voglio certo dire che non sono felice se ottengo qualcosa che volevo e che smetto di desiderare o che smetto di tentare, di osare, di lanciarmi. Il punto non è lì. Il punto certo, il certo punto è che il fatto di non riuscire non scalfirà minimamente né la mia persona, né la mia autostima, né la mia reputazione o altro. Infatti, il punto sta nell'utilizzare ogni successo o insuccesso per espandere la propria persona e a volte è l'insuccesso che ci fa espandere, che ci salva da qualcosa, che ci impedisce di finire male, di intraprendere una strada sbagliata, di sbattere la testa o semplicemente di crescere. Quindi i due fratelli non sono positivi in sé, ma per quello che ci sapranno insegnare. L'uomo è la misura delle cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono (diceva il filosofo greco Protagora). E lo stesso discorso è applicabile tranquillamente al buono o cattivo, al giusto o sbagliato e così via.
Se, dunque, riusciamo ad analizzare ogni situazione vissuta e a comprenderla essendo sinceri con noi stessi, che importa il resto? Mica un medico di successo è davvero di successo se non riesce neanche ad assicurare l'armonia nella sua casa? È n'esempio.
Ma poi cos'è il successo? Chi decide quali persone sono di successo e quali no? Davvero credete che invidio Donald Trump o sua figlia solo perché hanno avuto successo? Per me quello non è successo in sé. Dovrei conoscere Donald e vedere che tipo di persona è per poi decidere se lo invidio o no. Per ora, la maggior parte delle cosiddette persone di successo che ho conosciuto sono lungi da avere la vita che vorrei o di essere le persone che vorrei essere e quindi le lascio tranquillamente ai loro successi che per me sono insuccessi.
Se ci insegnassero a scuola il proverbio di Kipling, se ci insegnassero a scuola e nelle famiglie solo l'amore e il rispetto per noi stessi, se ci trasmettessero solo armonia e pace, il nostro stesso concetto di successo e insuccesso sarebbe molto diverso da quello che in genere persegue la società.
E dirò di più, a mio umile avviso tanti di quelli che hanno voluto avere successo nella vita, tramite la politica, lo spettacolo o la carriera non l'hanno fatto per altra ragione che per mostrare in genere ai loro genitori, fratelli o talvolta a sé stessi che valevano qualcosa e che non erano un nulla come gli era stato fatto credere.
Una volta capite le ragioni reali di quello che perseguiamo o non perseguiamo, allora possiamo decidere noi quale sarà il nostro successo e quale il nostro fallimento. E se poi perseguiamo la carriera, la notorietà o chi per essi per seguire un nostro desiderio profondo e non la volontà di dimostrare qualcosa a qualcuno, allora ben venga. Il nostro successo sarà un vero successo. In caso contrario non sarà altro che un fallimento.
Infine, mi piacerebbe vedere me stessa o qualcuno che amo o anche qualcuno che neanche conosco esultare ridendo e saltando in occasione di un fallimento, della non riuscita di un esame, del non ottenimento di un impiego o di qualcosa di simile. Ebbene, quelle esultazioni, quei salti e quelle risa sarebbero già quello che io chiamo successo.
Che merito c'è nell'amare la bellezza? Che merito c'è nell'amare le qualità? Che merito c'è nell'essere felici per un successo? E soprattutto in cosa un successo ci rende migliori degli altri?
Ma che felicità quando riusciamo ad amare la bruttezza, che felicità quando apprezziamo i difetti, che felicità quando non siamo infelici per un insuccesso. E soprattutto: quest'ultimo non ci rende peggiori di nessuno. Anzi. Diceva il poeta Kipling: Se riesci ad affrontare il successo e l'insuccesso e a trattare questi due impostori allo stesso modo allora sei un uomo.
E con questo non voglio certo dire che non sono felice se ottengo qualcosa che volevo e che smetto di desiderare o che smetto di tentare, di osare, di lanciarmi. Il punto non è lì. Il punto certo, il certo punto è che il fatto di non riuscire non scalfirà minimamente né la mia persona, né la mia autostima, né la mia reputazione o altro. Infatti, il punto sta nell'utilizzare ogni successo o insuccesso per espandere la propria persona e a volte è l'insuccesso che ci fa espandere, che ci salva da qualcosa, che ci impedisce di finire male, di intraprendere una strada sbagliata, di sbattere la testa o semplicemente di crescere. Quindi i due fratelli non sono positivi in sé, ma per quello che ci sapranno insegnare. L'uomo è la misura delle cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono (diceva il filosofo greco Protagora). E lo stesso discorso è applicabile tranquillamente al buono o cattivo, al giusto o sbagliato e così via.
Se, dunque, riusciamo ad analizzare ogni situazione vissuta e a comprenderla essendo sinceri con noi stessi, che importa il resto? Mica un medico di successo è davvero di successo se non riesce neanche ad assicurare l'armonia nella sua casa? È n'esempio.
Ma poi cos'è il successo? Chi decide quali persone sono di successo e quali no? Davvero credete che invidio Donald Trump o sua figlia solo perché hanno avuto successo? Per me quello non è successo in sé. Dovrei conoscere Donald e vedere che tipo di persona è per poi decidere se lo invidio o no. Per ora, la maggior parte delle cosiddette persone di successo che ho conosciuto sono lungi da avere la vita che vorrei o di essere le persone che vorrei essere e quindi le lascio tranquillamente ai loro successi che per me sono insuccessi.
Se ci insegnassero a scuola il proverbio di Kipling, se ci insegnassero a scuola e nelle famiglie solo l'amore e il rispetto per noi stessi, se ci trasmettessero solo armonia e pace, il nostro stesso concetto di successo e insuccesso sarebbe molto diverso da quello che in genere persegue la società.
E dirò di più, a mio umile avviso tanti di quelli che hanno voluto avere successo nella vita, tramite la politica, lo spettacolo o la carriera non l'hanno fatto per altra ragione che per mostrare in genere ai loro genitori, fratelli o talvolta a sé stessi che valevano qualcosa e che non erano un nulla come gli era stato fatto credere.
Una volta capite le ragioni reali di quello che perseguiamo o non perseguiamo, allora possiamo decidere noi quale sarà il nostro successo e quale il nostro fallimento. E se poi perseguiamo la carriera, la notorietà o chi per essi per seguire un nostro desiderio profondo e non la volontà di dimostrare qualcosa a qualcuno, allora ben venga. Il nostro successo sarà un vero successo. In caso contrario non sarà altro che un fallimento.
Infine, mi piacerebbe vedere me stessa o qualcuno che amo o anche qualcuno che neanche conosco esultare ridendo e saltando in occasione di un fallimento, della non riuscita di un esame, del non ottenimento di un impiego o di qualcosa di simile. Ebbene, quelle esultazioni, quei salti e quelle risa sarebbero già quello che io chiamo successo.
Infatti! Anche perché ogni nostro successo è l'insucesso di 100 altri, allora perché dobbiamo succedere sempre noi?
RispondiEliminaWe all share the same world.
From buonista newage, aaaaaaaaaaaahhh
Se riesci ad affrontare il successo e l'insuccesso e a trattare questi due impostori allo stesso modo allora sei UNA DONNA.
RispondiEliminaAll of old. Nothing else ever. Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better.
RispondiElimina-Samuel Beckett