Andie va a spasso

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giovedì 14 aprile 2011

Failure is an option

Poco tempo fa, ho visto il film Basilicata coast to coast, molto carino. In particolare c'è una parte in cui il gruppo canta una canzone di cui riassumerò a parole mie il concetto: Se ti piace una bella, che banalità, tanto piace a tutti, è facile. Ma se ti piace una brutta, allora è veramente una cosa bella, perché non ti piace solo perché corrisponde a quello che tutti vogliono ma perché ti piace veramente e se poi anche tu piaci a lei, allora è perfetto.
Che merito c'è nell'amare la bellezza? Che merito c'è nell'amare le qualità? Che merito c'è nell'essere felici per un successo? E soprattutto in cosa un successo ci rende migliori degli altri?
Ma che felicità quando riusciamo ad amare la bruttezza, che felicità quando apprezziamo i difetti, che felicità quando non siamo infelici per un insuccesso. E soprattutto: quest'ultimo non ci rende peggiori di nessuno. Anzi. Diceva il poeta Kipling: Se riesci ad affrontare il successo e l'insuccesso e a trattare questi due impostori allo stesso modo allora sei un uomo.

E con questo non voglio certo dire che non sono felice se ottengo qualcosa che volevo e che smetto di desiderare o che smetto di tentare, di osare, di lanciarmi. Il punto non è lì. Il punto certo, il certo punto è che il fatto di non riuscire non scalfirà minimamente né la mia persona, né la mia autostima, né la mia reputazione o altro. Infatti, il punto sta nell'utilizzare ogni successo o insuccesso per espandere la propria persona e a volte è l'insuccesso che ci fa espandere, che ci salva da qualcosa, che ci impedisce di finire male, di intraprendere una strada sbagliata, di sbattere la testa o semplicemente di crescere. Quindi i due fratelli non sono positivi in sé, ma per quello che ci sapranno insegnare. L'uomo è la misura delle cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono (diceva il filosofo greco Protagora). E lo stesso discorso è applicabile tranquillamente al buono o cattivo, al giusto o sbagliato e così via.

Se, dunque, riusciamo ad analizzare ogni situazione vissuta e a comprenderla essendo sinceri con noi stessi, che importa il resto? Mica un medico di successo è davvero di successo se non riesce neanche ad assicurare l'armonia nella sua casa? È n'esempio.
Ma poi cos'è il successo? Chi decide quali persone sono di successo e quali no? Davvero credete che invidio Donald Trump o sua figlia solo perché hanno avuto successo? Per me quello non è successo in sé. Dovrei conoscere Donald e vedere che tipo di persona è per poi decidere se lo invidio o no. Per ora, la maggior parte delle cosiddette persone di successo che ho conosciuto sono lungi da avere la vita che vorrei o di essere le persone che vorrei essere e quindi le lascio tranquillamente ai loro successi che per me sono insuccessi.

Se ci insegnassero a scuola il proverbio di Kipling, se ci insegnassero a scuola e nelle famiglie solo l'amore e il rispetto per noi stessi, se ci trasmettessero solo armonia e pace, il nostro stesso concetto di successo e insuccesso sarebbe molto diverso da quello che in genere persegue la società.
E dirò di più, a mio umile avviso tanti di quelli che hanno voluto avere successo nella vita, tramite la politica, lo spettacolo o la carriera non l'hanno fatto per altra ragione che per mostrare in genere ai loro genitori, fratelli o talvolta a sé stessi che valevano qualcosa e che non erano un nulla come gli era stato fatto credere.

Una volta capite le ragioni reali di quello che perseguiamo o non perseguiamo, allora possiamo decidere noi quale sarà il nostro successo e quale il nostro fallimento. E se poi perseguiamo la carriera, la notorietà o chi per essi per seguire un nostro desiderio profondo e non la volontà di dimostrare qualcosa a qualcuno, allora ben venga. Il nostro successo sarà un vero successo. In caso contrario non sarà altro che un fallimento.

Infine, mi piacerebbe vedere me stessa o qualcuno che amo o anche qualcuno che neanche conosco esultare ridendo e saltando in occasione di un fallimento, della non riuscita di un esame, del non ottenimento di un impiego o di qualcosa di simile. Ebbene, quelle esultazioni, quei salti e quelle risa sarebbero già quello che io chiamo successo.

3 commenti:

  1. Infatti! Anche perché ogni nostro successo è l'insucesso di 100 altri, allora perché dobbiamo succedere sempre noi?
    We all share the same world.

    From buonista newage, aaaaaaaaaaaahhh

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  2. Se riesci ad affrontare il successo e l'insuccesso e a trattare questi due impostori allo stesso modo allora sei UNA DONNA.

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  3. All of old. Nothing else ever. Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better.
    -Samuel Beckett

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