Andie va a spasso

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giovedì 16 giugno 2011

Non sono cattiva, sono solo parigina

La settimana scorsa ho per la seconda volta accidentalmente perso il mio abbonamento della metro già pagato per tutto il mese di giugno. La cosa peggiore che possa succederti qui a Parigi è propria questa. Non so perché fossi sicura che se avessi fatto la richiesta per rinnovarlo avrei dovuto ripagare il mese in corso, ero convinta che non fosse informatizzato e che quindi non potessero sapere cosa avessi o non avessi già comprato.
Quando arrivo allo sportello deputato a questo tipo di operazioni annuncio alla signora che ho perso il mio abbonamento e le chiedo cosa bisogna fare in questi casi e se è possibile recuperare l'abbonamento del mese in corso. Lei mi dice: - Certo, lo può recuperare, solo che deve pagare 8 euro.
- Davvero? Ma è fantastico, non lo sapevo! Gliene pago quanti ne vuole! L'importante è che posso recuperare la tessera e l'abbonamento.
Sorrido, manifesto gioia con il linguaggio del corpo e del viso e ripeto: - Ma è un sogno, grazie, che bella notizia mi ha dato.
- Sì, non si preoccupi, c'è una soluzione anche per le persone sbadate come Lei.
- Sì, soprattutto che la cosa peggiore che possa capitare a Parigi è perdere la tessera della metro, di tutto il resto si può fare a meno, ma quando si perde l'abbonamento dei trasporti si è perduti.
Sorride.
Poi mi chiede: - È da tanto a Parigi.
- Sette anni.
- Ah beh, già un bel po'.
- Sì in effetti.
- E le piace?
- Beh, diciamo che qui è molto diverso da dove vengo, io sono originaria del Sud Italia e lì è praticamente Africa quindi è una cultura molto diversa.
- Per esempio?
- Beh, siamo molto più aperti, manifestiamo apertamente i nostri sentimenti e le nostre emozioni, parliamo con tutti.
- Sì è vero che qui ognuno se ne sta per i fatti suoi, la gente non si parla, però il Sud forse è più simile a voi..
- Sì, è vero.
- Poi, oggi sempre peggio, con Internet le persone si parlano ancora di meno. Io lo vedo con mio figlio che ha 15 anni; io quando avevo la sua età stavo sempre fuori e lui invece sta sempre in casa. Anche se con le cose che si sentono in giro, a volte penso che forse è meglio così, almeno sto tranquilla.
- Potrebbe invitare i suoi amici a casa.
- AH NO! Non esageri! Sono contenta di avere lui a casa, ma i suoi amici no.
- Ahahahaha, da noi c'erano sempre almeno due persone a pranzo tutti i giorni e il pomeriggio ancora di più.
Sorride. Poi mi dice: - Comunque una soluzione c'è, come per l'abbonamento della metro...
Mi illumino d'immenso, sorrido e gli occhi mi si riempiono di gioia, sento che sta per darmi la soluzione a sette anni di ricerche su come sopravvivere in questa città. Le mie cellule sono tutte orecchi...
- Non deve fare altro che smettere anche lei di parlare alla gente.
...........
Non commento. Giro in positivo. E le dico: Sì, sì infatti, è già da cinque anni che non parlo più con nessuno, spingo tutti nel metro, do gomitate..sono diventata una str...
Lei mi guarda raggiante.. - Brava! è così che si fa, è perfetto per sopravvivere qui.
- L'unico problema è che quando torno al mio paese, i miei amici mi dicono che sono diventata cattiva.
- E Lei risponda: non sono cattiva, sono solo parigina.

3 commenti:

  1. la mia amica marocchina che ha vissuto a Marseille, li chiama gli psicho-(f)rigides

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  2. ma quelli di Marsiglia no però sono più simpatici, i parigini, bordolesi, nordici sono psicorigidi! brava, io li chiamo handicappati emozionali.

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